IN SICILIA UNA SUITE
Giovanni Mazzarino Quartet
LINEUP
Giovanni Mazzarino | pianoforte – composizione - arrangiamenti Max Ionata | sassofoni Rosario Bonaccorso | contrabbasso Nicola Angelucci | batteria TRACKLIST
Registrato a Cavalicco (UD) presso ArteSuono Studio – marzo 2011 Sound Engineer: Stefano Amerio Edito da Jazzy Records - 2011 |
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Partiture
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Recensioni
Amadeus, Aprile 2012
Giovedì 06 Dicembre 2012 10:31
Un Magnifico Quartetto
Ci sono dischi che si impongono all’attenzione come oggetti di singolare bellezza, e questo è uno. Naturalmente è necessario che sia bella anche la musica, ma qui non c’è problema. I componenti del magnifico quartetto sono Giovanni Mazzarino pianoforte, nato a Messina e residente a Piazza Armerina (uno dei nostri musicisti più sottovalutati, per essere chiari), Max Ionata sassofoni, Rosario Bonaccorso contrabbasso, Nicola Angelucci percussioni. Vanno aggiunti Pino Ninfa fotografo e Fabio Tizza autore del progetto grafico che si ammirano de visu. Pino Ninfa da Catania, milanese di adozione, ha corredato il cd di una serie di immagini stupende che sono atti d’amore per la sua terra di origine, e bene lo capisce chi si trova nella sua stessa situazione. I brani sono 15 (li chiamerei piuttosto movimenti, episodi). Ciascuno inizia subito dopo la conclusione dell’altro, credo per accentuare la forma della suite. Ma sono sufficienti la coerenza formale e l’essenza spirituale che li lega.
Franco Fayenz per Amadeus
A proposito di Jazz, Febbraio 2012
www.online-jazz.net
Ecco uno degli album sicuramente più interessanti usciti negli ultimi mesi. Protagonista è il pianista e compositore siciliano Giovanni Mazzarino che nell’occasione suona con Max Ionata al sax, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Nicola Angelucci alle percussioni. Il CD reca nel titolo la parola “suite” che mai come questa volta viene usata a proposito: i quindici pezzi (di cui ben 14 scritti dallo stesso Mazzarino) sono dedicati ad altrettante località relative alla Sicilia, partendo da Muorica per arrivare a Scoglitti, passando attraverso località ben note come Ibla, Milo, Ganzirri, Noto, Taormina. Come spesso mi capita di dire, recensendo un disco norvegese, che ben difficilmente si capirà quel tipo di musica se non si conosce l’ambiente in cui la stessa viene creata, altrettanto si può dire di questa “In Sicilia una suite”: ben difficilmente si riuscirà a capire quanto Mazzarino sia stato straordinario nel trasporre in musica gli umori, i sapori, i colori della sua terra se non la si conosce bene. Un’operazione in cui Mazzarino è riuscito a trasfondere tutto il suo sapere musicale, frutto di anni di intenso studio e di attento ascolto di quanto nel frattempo accaduto. Comunque, al di là della conoscenza diretta, resta la realtà di una musica raffinata, elegante, di rara espressività che Giovanni dedica con sincero amore alla sua terra, quella terra da cui non riesce a staccarsi nonostante sul Continente possa , probabilmente, trovare migliori occasioni. Ovviamente alla bella riuscita dell’album hanno contribuito, in modo non secondario, i compagni di viaggio: personale come sempre Max Ionata, preciso e trascinante Rosario Bonaccorso (autore, tra l’altro, dell’unico brano non firmato da Mazzarino, “Rosa di Ionia”) del tutto aderente al discorso generale il drumming di Angelucci.
Gerlando Gatto
Musica Jazz, Febbraio 2012
Anche nel titolo il Cd rivela pregio e raffinatezza, almeno quanto la soffusa consonanza dei quindici temi che scorrono e che attestano,tra l'altro,la pertinenza della parola SUITE. Quindici pennellate di notevole creatività su una tela che esprime sì unità ma anche suggestiva varietà. Ed esprime in più tanto estemporaneo feeling jazzistico. Se si eccettua il velocissimo I Ceri e i Devoti, il programma sembra fluire secondo un garbo naturale, beneficiando di un arguto, fantasioso mélange di vari ascendenti (frutto di un'attenta cultura musicale) e di una densa, vibrante, implicita intensità espressiva.Il tutto sotto l'occhio vigile e la partecipazione davvero ammirevole di Mazzarino, che si distingue anche sul piano compositivo firmando l'intero repertorio con l'unica eccezione di Rosa di Ionia,brano di Bonaccorso. Con tratto sicuro, l'estro e la personalità dell'ormai affermato Ionata e la precisa coerenza stilistica di Bonaccorso e di Angelucci offrono un contributo essenziale.
Bruno Schiozzi per Musica Jazz
Jazzit, Novembre 2011
La Sicilia, con i suoi profumi, i suoi contrasti, i suoi riti e i suoi paesaggi viene celebrata da Giovanni Mazzarino attraverso una lunga suite composta da quindici movimenti intitolati a località o a simboli della regione. ispirata da orizzonti e luoghi che il pianista ha vissuto, visitato e conosciuto in profondità, nasce una splendida colonna sonora ricca d contrapposizioni, tra la possente e coltraniana Stromboli e la delicata ballad Marzamemi tra la funkeggiante Rosa di Ionia e la dolce Piazza. Per descrivere le tante anime della Sicilia, Giovanni Mazzarino sceglie di adottare tempi composti o dispari come il 5/4 nascosto di Muorica (Modica, in dialetto), sui cui Max Ionata costruisce uno splendido assolo sui turnaround, il 5/4 di Milo, il 6/8 di Stromboli e il 7/4 di I ceri e i Devoti. Il tutto senza perdere in eleganza o in fluidità. Ottimo il booklet fotografico a firma di Pino Ninfa.
Luciano Vanni per Jazzit
Jazz Colours, 2011
Quella di Giovanni Mazzarino è una scrittura che muove dall’anima, pervasa da un lirismo molto evansiano, perfettamente calato nel contesto dei chiaro-scuri della sua Sicilia. In questo lavoro il pianista peloritano ricorre ad un’articolata suite per fotografare in musica scorci ed atmosfere di alcune incantevoli località siciliane, chiamando a sé l'oriundo corregionale Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Nicola Angelucci alla batteria e Max Ionata ai sax. Le riflessive esposizioni del piano, spesso solitarie, mettono a nudo il pianista siciliano, la sua musica, il suo intimo rapporto con lo strumento. Ma i temi si accavallano e fondono l'uno nell'altro, mescolandosi allo scenario aperto e cangiante dell’Isola e passando dai compositi tempi dispari di Muorica e Milo (una danza di raffinata leggerezza vestita da 5/4), alla malinconia di Marzamemi, sulle spazzole di Angelucci, e Scicli, una progressione discendente con felice copertura ritmica della coppia Angelucci-Bonaccorso ed uno splendido gioco di bassi di piano sotto l'intervento solistico di Ionata. Stromboli erompe dai tamburi di Angelucci e un rovente pedale di Banoccorso, su cui il tenore si erge prima fiero per l'arabeggiante tema e poi interlocutorio sul contrabbasso: un furore selvaggio che per contrasto si sopisce sulle note del piano in un rasserenante swing, lento moto ondoso dell'imperturbabile mare. Il brano più sfrecciante, i Ceri e i Devoti, rievoca la festa della patrona di Catania, Sant’Agata, venerata fra i ceri votivi delle corporazioni, quasi in concorrenza tra loro, ed il credo popolare dei devoti. Se il tenore caratterizza la drammaticità — a parte in Noto — il soprano invece si libra sui temi più amabili, come Ganzirri, con persuasivo monologo del contrabbasso, o la già citata Milo, con l'unica eccezione di Piazza, pura poesia in musica che Mazzarino dedica alla cittadina che lo praticamente adottato, Piazza Armerina: eseguita prima in piano solo, poi in trio ed infine con l'inserimento molto sentito del soprano, penetra la sensibilità dell'ascoltatore. Particolare è pure Morgantina, un capolavoro di amnonia, mentre Scoglitti chiude in solo piano l’album, sugli echi di alcuni canti popolari. Ii libretto è un prezioso albumino fotografico di Pino Ninfa, con immagini dei luoghi per cui passa "ln Sicilia una Suite".
Antonio Terzo per JazzColours
Jazzitalia, 2011
Giovanni Mazzarino, è stato già notato, non gode della considerazione che dovrebbe avere come uno dei nostri maggiori pianisti. Purtroppo nel jazz – come nelle altre arti – a volte la notorietà è inversamente proporzionale alla qualità della proposta musicale, e Mazzarino oltre ad essere schivo di carattere è anche profondamente legato alla sua Sicilia, lontano in qualche modo da tutti i centri dell'informazione e dell'industria musicale. Ma fate il suo nome a qualche musicista che ha avuto il privilegio di suonare con lui – a me è capitato in Turchia, dove Giovanni ha tenuto parecchie residenze all'Istanbul Jazz Center di Ortakoy – e non riceverete altro che lodi, complimenti ed espressioni di meraviglia. Conoscitore del pianoforte classico e della tradizione jazz, raffinato e solido accompagnatore di vocalist – impressionante la lista delle sue collaborazioni - uomo dalla conversazione ricca e interessante, si infervora parlando della difesa e della valorizzazione delle tradizioni culturali siciliane e soprattutto di Piazza Armerina – uno dei più importanti centri archeologici del Mediterraneo – dove da tempo sviluppa e dirige un progetto estivo ad ampio raggio, Piazzajazz, che sperabilmente culminerà con eventi dedicati alla riapertura – dopo restauro e nuovi scavi - della celebre Villa Romana del Casale.
Questa sua ultima fatica da leader si inserisce a pieno titolo in questo "lavoro culturale": una suite dedicata a colori e profumi dell'isola, sintetizzata dalla frase di Goethe che non si può che sottoscrivere: "L'Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell'anima. Qui è la chiave di tutto". Non sono necessari commenti in rapporto alla temperie di violenta ignoranza in cui viviamo. La produzione è preziosa: oltre al lavoro di studio di Stefano Amerio e del suo Artesuono, ormai una firma di garanzia a livello europeo e mondiale, il Cd è accompagnato da un libretto di foto di Pino Ninfa dedicate alla Sicilia e ai musicisti. Malgrado il piccolo formato la qualità della riproduzione e la forza delle immagini sono tali da indurre l'ascoltatore a riprendere in mano il libretto, assaporando le foto in rapporto alla musica e situandole nella cartina inserita – una geografia dell'anima con solide basi concrete, che porta in luoghi celebri e in altri sconosciuti. E' davvero un caso in cui limitarsi ad ascoltare in cuffia degli appiattiti mp3 priva dell'esperienza vera del progetto... Per realizzare quest'idea Mazzarino ha riunito una delle formazioni più classiche del jazz post 1960, il quartetto con sax, invitando Rosario Bonaccorso al basso, uno dei più apprezzati bassisti italiani per la grande esperienza e la capacità di propellere tutto il gruppo, che qui si conferma ai massimi livelli; il giovane ma già autorevole batterista abruzzese Nicola Angelucci, e il sassofonista Max Ionata, che negli ultimi anni ha vertiginosamente accresciuto maturità e ricchezza espressiva. Tutti segnali della passione con cui è stato realizzato il disco, ma il cuore di tutto alla fine sono la musica e le idee di Mazzarino: anche se amplissimo è lo spazio lasciato agli altri musicisti – infatti non si tratta affatto di un pianoforte "accompagnato" da altri ma di un sound collettivo - tutto è alla fine profondamente suo, nutrito dall'ampiezza dei suoi riferimenti. Non si pensi a un disco elegiaco, irenico: come nella storia della terra cui è dedicata in questa musica ci sono fratture, dramma e grido – particolarmente espressivo il sax di Ionata in diversi passaggi – che si accompagnano a melodie colorate dall'amore per il jazz, per la tradizione europea del pianoforte e per le tradizioni musicali siciliane, cui si fa riferimento in maniera non Oleografica. Le risorse del gruppo sono sfruttate con intelligente duttilità, e passaggi arrangiati in modo sorprendente si alternano a improvvisazioni collettive di grande impatto o quiete meditazioni solistiche, e nessun brano obbedisce a regole "standard" di durata o struttura dettate da considerazioni esterne: si va dai due minuti di Taormina, con il brillante pianismo dell'introduzione e il nervoso tema, ai nove dell'esplosivo Stromboli, con la crescente tensione generata da sax, basso e batteria, cui segue Marzamemi, reso ancora più efficace dal drammatico cambio di atmosfera: un arpeggio pianistico colorato da uno svolazzo arabescato che introduce una sinuosa melodia impreziosita dal timbro brunito di Ionata, sviluppandosi poi in passaggi dall'elastico swing. Non a caso al centro dell'album sta Piazza, una meditazione sospesa e incantata, notturna ed evocativa come la foto di copertina dell'album: il brano in qualche modo raccoglie e sintetizza gli umori di tutto il lavoro, mettendo in evidenza l'originale pianismo del leader, le contromelodie di Bonaccorso, la misura di Angelucci e ancora Ionata, questa volta in una vocale predicazione al soprano. Ma il lettore è caldamente invitato a raccogliere direttamente le proprie impressioni seguendo in prima persona passo passo questo viaggio in Sicilia con la guida d'eccezione di Giovanni Mazzarino.
Francesco Martinelli per Jazzitalia
Jazz Convention, 2011
La nuova opera di Giovanni Mazzarino risalta subito agli occhi perché contornata da una veste grafica che riflette tutta la cura per i dettagli e la ricerca stilistica sulla quale si fondano queste musiche. A fare da contraltare ai brani, infatti, è presente all'interno del disco un vero e proprio booklet fotografico ad opera di Pino Ninfa, nel quale ritroviamo, in un prezioso bianco e nero, tutta la Sicilia evocata dal titolo dell'opera: il mare, le passeggiate, i dettagli domestici e gli scorci cittadini, quotidiani e non. Il punto di forza del disco è la scrittura dei brani, alcuni di stampo prettamente pianistico, altri più variamente declinati, ma sempre costruiti con una particolare attenzione alla melodia, di orientamento spiccatamente europeo/classico.
Ogni composizione porta il nome di una località siciliana, in un itinerario musicale che alterna chiari e scuri, momenti di tensione e momenti più riflessivi, accomunati invero da una raffinata propensione alla cantabilità scevra da intellettualismi armonici che risulterebbero fuori luogo in un contesto del genere. Dunque una musica strettamente aderente alla concezione tonale della scrittura e dell'improvvisazione, nella quale le due parti hanno lo stesso peso. Mazzarino si dimostra ancora una volta pianista raffinato e dotato di una dizione limpidissima, terrena, una voce misurata, melodicamente piena, sorretto dal discreto e magistrale pulsare del contrabbasso di Rosario Bonaccorso e dal variegato drumming di Nicola Angelucci. Ma la parte del leone è interpretata impavidamente dal sax (tenore e soprano) di Max Ionata, protagonista di una prestazione magistrale, costante in tutti i brani; le sue linee melodiche sono fluide e suonano benissimo anche nei passaggi più ardui proposti da Mazzarino, sviluppando idee complesse come fossero semplicissime. I modelli a monte di queste esecuzioni sono sicuramente i grandi pianisti della tradizione jazzistica (vengono in mente Bill Evans e il Michel Petrucciani più drammatico), ma forte è l'influsso mediterraneo nelle scale (Marzamemi) e nella voglia di "suonare italiano". L'incedere della tracklist è relativamente omogeneo e il tono generale del disco è piano e armonioso, trovando i soli momenti di concitazione in Stromboli e Taormina, e la sintesi di tutte le emozioni proposte in Piazza. Un'opera di pregio che ben si iscrive nel panorama italiano e che lascia nelle orecchie un raro sapore meridionale, come quello forte delle sarde o del Nero D'Avola.
Vincenzo Alonzo per Jazz Convention
Linkiesta, 2011
Sono sconcertato quando mi rendo conto dell'enorme numero di grandi artisti che sfuggono all'interesse del pubblico, perché per natura sono restii ad assumere atteggiamenti esibizionistici e "sopra le righe". Giovanni Mazzarino è uno di loro.
Un profondo conoscitore del pianoforte, sia nella sua forma Classica che in quella Jazzistica, Mazzarino rifugge agli eccessi esteriori che oggi sembrano essere la "conditio sine qua non" per accendere l'interesse dei Media. Un vago sentore di "finto" circonda molti di questi "personaggi"... Mazzarino è così come lo senti...Non si maschera, non si descrive, non si "atteggia",è, semplicemente. E', su tutto ed in profondità, un amante della sua Sicilia, che conosce nella sua essenza e che tratteggia con grazia e forza. Giovanni, in questo bel lavoro discografico che ha intitolato "In Sicilia, una Suite", sancisce e certifica una avvenuta maturità. L'uomo-musicista , riflette questa sua maturità nell'equilibrio e nella sobrietà del suo lavoro che si avvale del preziosissimo apporto di Maestri italiani come Max Ionata, Nicola Angelucci e Rosario Bonaccorso.Mazzarino ha chiamato tre fini cesellatori ad intarsiare il suo finissimo lavoro compositivo, che affonda le sue radici e coglie le essenze in quella Sicilia misteriosa e "santa" che solo lui conosce. I brani sono quindici sketch descrittivi di un luogo che, più di altri, è un'esperienza dell'Anima. Pino Ninfa, il grandissimo fotografo, ha raccolto e testimoniato il suo passaggio nell'Isola, ed è l'ideale sponda visuale al Suono che Giovanni ha creato.
Massimo Nunzi per Linkiesta
All About Jazz, 2011
Intime e radiose melodie si confrontano con fotografie notturne di drammatica profondità, nel progetto disco-grafico di Giovanni Mazzarino dedicato alla sua regione. Il primo aspetto è curato dal pianista in collaborazione con Max Ionata ai sassofoni, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria, il secondo è prerogativa di Pino Ninfa. In Francia Guy Le Querrec, il grande fotografo dell'agenzia Magnum, ha già partecipato da protagonista all'editing di qualche Cd (documentando ad es. il tour di Michel Portal o quello africano di Romano, Sclavis e Texier) ma in Italia credo sia la prima volta che accade in un album. Qui l'oggetto d'ispirazione è la Sicilia, con alcune sue straordinarie località, più o meno note. Il linguaggio musicale e fotografico si compenetrano ed il risultato è encomiabile da entrambi i punti di vista. Si può dire che rappresenta, trasfigurato dalla sensibilità degli artisti coinvolti, i due volti della regione, con le sue luci e le sue ombre.
Giovanni Mazzarino ha realizzato una delle sue opere più intense e coerenti. Erano anni che non pubblicava un lavoro discografico e questa suite raffigura al meglio le sue doti di compositore e di solista. Come abbiamo detto, gran parte dei brani si caratterizzano per viva cantabilità e la musica si snoda lungo un arco narrativo carico di suggestioni, con pezzi d'atmosfera e melodie dalle tinte radiose. Il merito va certamente condiviso con i partner: il timbro Max Ionata al tenore è tra i più belli in circolazione, Nicola Angelucci è un drummer impeccabile mentre la classe di Rosario Bonaccorso non ha bisogno di ulteriori commenti. Mazzarino guida il lavoro dei partner al piano, con eleganza e riflessiva profondità. Le venti e più foto in bianco e nero di Pino Ninfa sono suggestive: abbiamo apprezzato in particolare quella su Ortigia, il selciato umido di Piazza Armerina ed il mare, singolarmente increspato, di Scoglitti.
Angelo Leonardi per All About Jazz Italia
Giovedì 06 Dicembre 2012 10:31
Un Magnifico Quartetto
Ci sono dischi che si impongono all’attenzione come oggetti di singolare bellezza, e questo è uno. Naturalmente è necessario che sia bella anche la musica, ma qui non c’è problema. I componenti del magnifico quartetto sono Giovanni Mazzarino pianoforte, nato a Messina e residente a Piazza Armerina (uno dei nostri musicisti più sottovalutati, per essere chiari), Max Ionata sassofoni, Rosario Bonaccorso contrabbasso, Nicola Angelucci percussioni. Vanno aggiunti Pino Ninfa fotografo e Fabio Tizza autore del progetto grafico che si ammirano de visu. Pino Ninfa da Catania, milanese di adozione, ha corredato il cd di una serie di immagini stupende che sono atti d’amore per la sua terra di origine, e bene lo capisce chi si trova nella sua stessa situazione. I brani sono 15 (li chiamerei piuttosto movimenti, episodi). Ciascuno inizia subito dopo la conclusione dell’altro, credo per accentuare la forma della suite. Ma sono sufficienti la coerenza formale e l’essenza spirituale che li lega.
Franco Fayenz per Amadeus
A proposito di Jazz, Febbraio 2012
www.online-jazz.net
Ecco uno degli album sicuramente più interessanti usciti negli ultimi mesi. Protagonista è il pianista e compositore siciliano Giovanni Mazzarino che nell’occasione suona con Max Ionata al sax, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Nicola Angelucci alle percussioni. Il CD reca nel titolo la parola “suite” che mai come questa volta viene usata a proposito: i quindici pezzi (di cui ben 14 scritti dallo stesso Mazzarino) sono dedicati ad altrettante località relative alla Sicilia, partendo da Muorica per arrivare a Scoglitti, passando attraverso località ben note come Ibla, Milo, Ganzirri, Noto, Taormina. Come spesso mi capita di dire, recensendo un disco norvegese, che ben difficilmente si capirà quel tipo di musica se non si conosce l’ambiente in cui la stessa viene creata, altrettanto si può dire di questa “In Sicilia una suite”: ben difficilmente si riuscirà a capire quanto Mazzarino sia stato straordinario nel trasporre in musica gli umori, i sapori, i colori della sua terra se non la si conosce bene. Un’operazione in cui Mazzarino è riuscito a trasfondere tutto il suo sapere musicale, frutto di anni di intenso studio e di attento ascolto di quanto nel frattempo accaduto. Comunque, al di là della conoscenza diretta, resta la realtà di una musica raffinata, elegante, di rara espressività che Giovanni dedica con sincero amore alla sua terra, quella terra da cui non riesce a staccarsi nonostante sul Continente possa , probabilmente, trovare migliori occasioni. Ovviamente alla bella riuscita dell’album hanno contribuito, in modo non secondario, i compagni di viaggio: personale come sempre Max Ionata, preciso e trascinante Rosario Bonaccorso (autore, tra l’altro, dell’unico brano non firmato da Mazzarino, “Rosa di Ionia”) del tutto aderente al discorso generale il drumming di Angelucci.
Gerlando Gatto
Musica Jazz, Febbraio 2012
Anche nel titolo il Cd rivela pregio e raffinatezza, almeno quanto la soffusa consonanza dei quindici temi che scorrono e che attestano,tra l'altro,la pertinenza della parola SUITE. Quindici pennellate di notevole creatività su una tela che esprime sì unità ma anche suggestiva varietà. Ed esprime in più tanto estemporaneo feeling jazzistico. Se si eccettua il velocissimo I Ceri e i Devoti, il programma sembra fluire secondo un garbo naturale, beneficiando di un arguto, fantasioso mélange di vari ascendenti (frutto di un'attenta cultura musicale) e di una densa, vibrante, implicita intensità espressiva.Il tutto sotto l'occhio vigile e la partecipazione davvero ammirevole di Mazzarino, che si distingue anche sul piano compositivo firmando l'intero repertorio con l'unica eccezione di Rosa di Ionia,brano di Bonaccorso. Con tratto sicuro, l'estro e la personalità dell'ormai affermato Ionata e la precisa coerenza stilistica di Bonaccorso e di Angelucci offrono un contributo essenziale.
Bruno Schiozzi per Musica Jazz
Jazzit, Novembre 2011
La Sicilia, con i suoi profumi, i suoi contrasti, i suoi riti e i suoi paesaggi viene celebrata da Giovanni Mazzarino attraverso una lunga suite composta da quindici movimenti intitolati a località o a simboli della regione. ispirata da orizzonti e luoghi che il pianista ha vissuto, visitato e conosciuto in profondità, nasce una splendida colonna sonora ricca d contrapposizioni, tra la possente e coltraniana Stromboli e la delicata ballad Marzamemi tra la funkeggiante Rosa di Ionia e la dolce Piazza. Per descrivere le tante anime della Sicilia, Giovanni Mazzarino sceglie di adottare tempi composti o dispari come il 5/4 nascosto di Muorica (Modica, in dialetto), sui cui Max Ionata costruisce uno splendido assolo sui turnaround, il 5/4 di Milo, il 6/8 di Stromboli e il 7/4 di I ceri e i Devoti. Il tutto senza perdere in eleganza o in fluidità. Ottimo il booklet fotografico a firma di Pino Ninfa.
Luciano Vanni per Jazzit
Jazz Colours, 2011
Quella di Giovanni Mazzarino è una scrittura che muove dall’anima, pervasa da un lirismo molto evansiano, perfettamente calato nel contesto dei chiaro-scuri della sua Sicilia. In questo lavoro il pianista peloritano ricorre ad un’articolata suite per fotografare in musica scorci ed atmosfere di alcune incantevoli località siciliane, chiamando a sé l'oriundo corregionale Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Nicola Angelucci alla batteria e Max Ionata ai sax. Le riflessive esposizioni del piano, spesso solitarie, mettono a nudo il pianista siciliano, la sua musica, il suo intimo rapporto con lo strumento. Ma i temi si accavallano e fondono l'uno nell'altro, mescolandosi allo scenario aperto e cangiante dell’Isola e passando dai compositi tempi dispari di Muorica e Milo (una danza di raffinata leggerezza vestita da 5/4), alla malinconia di Marzamemi, sulle spazzole di Angelucci, e Scicli, una progressione discendente con felice copertura ritmica della coppia Angelucci-Bonaccorso ed uno splendido gioco di bassi di piano sotto l'intervento solistico di Ionata. Stromboli erompe dai tamburi di Angelucci e un rovente pedale di Banoccorso, su cui il tenore si erge prima fiero per l'arabeggiante tema e poi interlocutorio sul contrabbasso: un furore selvaggio che per contrasto si sopisce sulle note del piano in un rasserenante swing, lento moto ondoso dell'imperturbabile mare. Il brano più sfrecciante, i Ceri e i Devoti, rievoca la festa della patrona di Catania, Sant’Agata, venerata fra i ceri votivi delle corporazioni, quasi in concorrenza tra loro, ed il credo popolare dei devoti. Se il tenore caratterizza la drammaticità — a parte in Noto — il soprano invece si libra sui temi più amabili, come Ganzirri, con persuasivo monologo del contrabbasso, o la già citata Milo, con l'unica eccezione di Piazza, pura poesia in musica che Mazzarino dedica alla cittadina che lo praticamente adottato, Piazza Armerina: eseguita prima in piano solo, poi in trio ed infine con l'inserimento molto sentito del soprano, penetra la sensibilità dell'ascoltatore. Particolare è pure Morgantina, un capolavoro di amnonia, mentre Scoglitti chiude in solo piano l’album, sugli echi di alcuni canti popolari. Ii libretto è un prezioso albumino fotografico di Pino Ninfa, con immagini dei luoghi per cui passa "ln Sicilia una Suite".
Antonio Terzo per JazzColours
Jazzitalia, 2011
Giovanni Mazzarino, è stato già notato, non gode della considerazione che dovrebbe avere come uno dei nostri maggiori pianisti. Purtroppo nel jazz – come nelle altre arti – a volte la notorietà è inversamente proporzionale alla qualità della proposta musicale, e Mazzarino oltre ad essere schivo di carattere è anche profondamente legato alla sua Sicilia, lontano in qualche modo da tutti i centri dell'informazione e dell'industria musicale. Ma fate il suo nome a qualche musicista che ha avuto il privilegio di suonare con lui – a me è capitato in Turchia, dove Giovanni ha tenuto parecchie residenze all'Istanbul Jazz Center di Ortakoy – e non riceverete altro che lodi, complimenti ed espressioni di meraviglia. Conoscitore del pianoforte classico e della tradizione jazz, raffinato e solido accompagnatore di vocalist – impressionante la lista delle sue collaborazioni - uomo dalla conversazione ricca e interessante, si infervora parlando della difesa e della valorizzazione delle tradizioni culturali siciliane e soprattutto di Piazza Armerina – uno dei più importanti centri archeologici del Mediterraneo – dove da tempo sviluppa e dirige un progetto estivo ad ampio raggio, Piazzajazz, che sperabilmente culminerà con eventi dedicati alla riapertura – dopo restauro e nuovi scavi - della celebre Villa Romana del Casale.
Questa sua ultima fatica da leader si inserisce a pieno titolo in questo "lavoro culturale": una suite dedicata a colori e profumi dell'isola, sintetizzata dalla frase di Goethe che non si può che sottoscrivere: "L'Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell'anima. Qui è la chiave di tutto". Non sono necessari commenti in rapporto alla temperie di violenta ignoranza in cui viviamo. La produzione è preziosa: oltre al lavoro di studio di Stefano Amerio e del suo Artesuono, ormai una firma di garanzia a livello europeo e mondiale, il Cd è accompagnato da un libretto di foto di Pino Ninfa dedicate alla Sicilia e ai musicisti. Malgrado il piccolo formato la qualità della riproduzione e la forza delle immagini sono tali da indurre l'ascoltatore a riprendere in mano il libretto, assaporando le foto in rapporto alla musica e situandole nella cartina inserita – una geografia dell'anima con solide basi concrete, che porta in luoghi celebri e in altri sconosciuti. E' davvero un caso in cui limitarsi ad ascoltare in cuffia degli appiattiti mp3 priva dell'esperienza vera del progetto... Per realizzare quest'idea Mazzarino ha riunito una delle formazioni più classiche del jazz post 1960, il quartetto con sax, invitando Rosario Bonaccorso al basso, uno dei più apprezzati bassisti italiani per la grande esperienza e la capacità di propellere tutto il gruppo, che qui si conferma ai massimi livelli; il giovane ma già autorevole batterista abruzzese Nicola Angelucci, e il sassofonista Max Ionata, che negli ultimi anni ha vertiginosamente accresciuto maturità e ricchezza espressiva. Tutti segnali della passione con cui è stato realizzato il disco, ma il cuore di tutto alla fine sono la musica e le idee di Mazzarino: anche se amplissimo è lo spazio lasciato agli altri musicisti – infatti non si tratta affatto di un pianoforte "accompagnato" da altri ma di un sound collettivo - tutto è alla fine profondamente suo, nutrito dall'ampiezza dei suoi riferimenti. Non si pensi a un disco elegiaco, irenico: come nella storia della terra cui è dedicata in questa musica ci sono fratture, dramma e grido – particolarmente espressivo il sax di Ionata in diversi passaggi – che si accompagnano a melodie colorate dall'amore per il jazz, per la tradizione europea del pianoforte e per le tradizioni musicali siciliane, cui si fa riferimento in maniera non Oleografica. Le risorse del gruppo sono sfruttate con intelligente duttilità, e passaggi arrangiati in modo sorprendente si alternano a improvvisazioni collettive di grande impatto o quiete meditazioni solistiche, e nessun brano obbedisce a regole "standard" di durata o struttura dettate da considerazioni esterne: si va dai due minuti di Taormina, con il brillante pianismo dell'introduzione e il nervoso tema, ai nove dell'esplosivo Stromboli, con la crescente tensione generata da sax, basso e batteria, cui segue Marzamemi, reso ancora più efficace dal drammatico cambio di atmosfera: un arpeggio pianistico colorato da uno svolazzo arabescato che introduce una sinuosa melodia impreziosita dal timbro brunito di Ionata, sviluppandosi poi in passaggi dall'elastico swing. Non a caso al centro dell'album sta Piazza, una meditazione sospesa e incantata, notturna ed evocativa come la foto di copertina dell'album: il brano in qualche modo raccoglie e sintetizza gli umori di tutto il lavoro, mettendo in evidenza l'originale pianismo del leader, le contromelodie di Bonaccorso, la misura di Angelucci e ancora Ionata, questa volta in una vocale predicazione al soprano. Ma il lettore è caldamente invitato a raccogliere direttamente le proprie impressioni seguendo in prima persona passo passo questo viaggio in Sicilia con la guida d'eccezione di Giovanni Mazzarino.
Francesco Martinelli per Jazzitalia
Jazz Convention, 2011
La nuova opera di Giovanni Mazzarino risalta subito agli occhi perché contornata da una veste grafica che riflette tutta la cura per i dettagli e la ricerca stilistica sulla quale si fondano queste musiche. A fare da contraltare ai brani, infatti, è presente all'interno del disco un vero e proprio booklet fotografico ad opera di Pino Ninfa, nel quale ritroviamo, in un prezioso bianco e nero, tutta la Sicilia evocata dal titolo dell'opera: il mare, le passeggiate, i dettagli domestici e gli scorci cittadini, quotidiani e non. Il punto di forza del disco è la scrittura dei brani, alcuni di stampo prettamente pianistico, altri più variamente declinati, ma sempre costruiti con una particolare attenzione alla melodia, di orientamento spiccatamente europeo/classico.
Ogni composizione porta il nome di una località siciliana, in un itinerario musicale che alterna chiari e scuri, momenti di tensione e momenti più riflessivi, accomunati invero da una raffinata propensione alla cantabilità scevra da intellettualismi armonici che risulterebbero fuori luogo in un contesto del genere. Dunque una musica strettamente aderente alla concezione tonale della scrittura e dell'improvvisazione, nella quale le due parti hanno lo stesso peso. Mazzarino si dimostra ancora una volta pianista raffinato e dotato di una dizione limpidissima, terrena, una voce misurata, melodicamente piena, sorretto dal discreto e magistrale pulsare del contrabbasso di Rosario Bonaccorso e dal variegato drumming di Nicola Angelucci. Ma la parte del leone è interpretata impavidamente dal sax (tenore e soprano) di Max Ionata, protagonista di una prestazione magistrale, costante in tutti i brani; le sue linee melodiche sono fluide e suonano benissimo anche nei passaggi più ardui proposti da Mazzarino, sviluppando idee complesse come fossero semplicissime. I modelli a monte di queste esecuzioni sono sicuramente i grandi pianisti della tradizione jazzistica (vengono in mente Bill Evans e il Michel Petrucciani più drammatico), ma forte è l'influsso mediterraneo nelle scale (Marzamemi) e nella voglia di "suonare italiano". L'incedere della tracklist è relativamente omogeneo e il tono generale del disco è piano e armonioso, trovando i soli momenti di concitazione in Stromboli e Taormina, e la sintesi di tutte le emozioni proposte in Piazza. Un'opera di pregio che ben si iscrive nel panorama italiano e che lascia nelle orecchie un raro sapore meridionale, come quello forte delle sarde o del Nero D'Avola.
Vincenzo Alonzo per Jazz Convention
Linkiesta, 2011
Sono sconcertato quando mi rendo conto dell'enorme numero di grandi artisti che sfuggono all'interesse del pubblico, perché per natura sono restii ad assumere atteggiamenti esibizionistici e "sopra le righe". Giovanni Mazzarino è uno di loro.
Un profondo conoscitore del pianoforte, sia nella sua forma Classica che in quella Jazzistica, Mazzarino rifugge agli eccessi esteriori che oggi sembrano essere la "conditio sine qua non" per accendere l'interesse dei Media. Un vago sentore di "finto" circonda molti di questi "personaggi"... Mazzarino è così come lo senti...Non si maschera, non si descrive, non si "atteggia",è, semplicemente. E', su tutto ed in profondità, un amante della sua Sicilia, che conosce nella sua essenza e che tratteggia con grazia e forza. Giovanni, in questo bel lavoro discografico che ha intitolato "In Sicilia, una Suite", sancisce e certifica una avvenuta maturità. L'uomo-musicista , riflette questa sua maturità nell'equilibrio e nella sobrietà del suo lavoro che si avvale del preziosissimo apporto di Maestri italiani come Max Ionata, Nicola Angelucci e Rosario Bonaccorso.Mazzarino ha chiamato tre fini cesellatori ad intarsiare il suo finissimo lavoro compositivo, che affonda le sue radici e coglie le essenze in quella Sicilia misteriosa e "santa" che solo lui conosce. I brani sono quindici sketch descrittivi di un luogo che, più di altri, è un'esperienza dell'Anima. Pino Ninfa, il grandissimo fotografo, ha raccolto e testimoniato il suo passaggio nell'Isola, ed è l'ideale sponda visuale al Suono che Giovanni ha creato.
Massimo Nunzi per Linkiesta
All About Jazz, 2011
Intime e radiose melodie si confrontano con fotografie notturne di drammatica profondità, nel progetto disco-grafico di Giovanni Mazzarino dedicato alla sua regione. Il primo aspetto è curato dal pianista in collaborazione con Max Ionata ai sassofoni, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria, il secondo è prerogativa di Pino Ninfa. In Francia Guy Le Querrec, il grande fotografo dell'agenzia Magnum, ha già partecipato da protagonista all'editing di qualche Cd (documentando ad es. il tour di Michel Portal o quello africano di Romano, Sclavis e Texier) ma in Italia credo sia la prima volta che accade in un album. Qui l'oggetto d'ispirazione è la Sicilia, con alcune sue straordinarie località, più o meno note. Il linguaggio musicale e fotografico si compenetrano ed il risultato è encomiabile da entrambi i punti di vista. Si può dire che rappresenta, trasfigurato dalla sensibilità degli artisti coinvolti, i due volti della regione, con le sue luci e le sue ombre.
Giovanni Mazzarino ha realizzato una delle sue opere più intense e coerenti. Erano anni che non pubblicava un lavoro discografico e questa suite raffigura al meglio le sue doti di compositore e di solista. Come abbiamo detto, gran parte dei brani si caratterizzano per viva cantabilità e la musica si snoda lungo un arco narrativo carico di suggestioni, con pezzi d'atmosfera e melodie dalle tinte radiose. Il merito va certamente condiviso con i partner: il timbro Max Ionata al tenore è tra i più belli in circolazione, Nicola Angelucci è un drummer impeccabile mentre la classe di Rosario Bonaccorso non ha bisogno di ulteriori commenti. Mazzarino guida il lavoro dei partner al piano, con eleganza e riflessiva profondità. Le venti e più foto in bianco e nero di Pino Ninfa sono suggestive: abbiamo apprezzato in particolare quella su Ortigia, il selciato umido di Piazza Armerina ed il mare, singolarmente increspato, di Scoglitti.
Angelo Leonardi per All About Jazz Italia